COLANGELO: luglio 2014

Ritratti

Margherita Rosa (acrilico su tela 40x50)

Pasquale (sanguigna su carta 30x40)


Franca (sanguigna, carboncino e matita bianca)

Egle (acrilico su tela 30x40)


Sebastiano (sanguigna su carta 30x40)

Don Mimì Mecca (olio su tela 40x50)

Pasquale Lorusso (olio su tela 40x50)

Giuseppe Pace (olio su tela 40x50)

Micol (gessi colorati su cartone 33x33)

Monica (olio su tela 40x50)

Enrico (olio su tela 50x60)

Sebastiano (acrilico su tela 40x50)

Giuseppe Colangelo (olio su tela 80x60)

Rocco Scotellaro (sanguigna su carta 21x27)

È il disegno il linguaggio attraverso il quale Nazzareno Colangelo comunica meglio sin dalle scuole elementari e da grande, non a caso, si dedicherà all’insegnamento come professore di Educazione Artistica nella Scuola Media di Avigliano, dove vive e lavora. Nel 1975 dà vita, con altri artisti, al “Collettivo Sperimentale d’Arte”, collaborando e contribuendo con le sue opere all’allestimento di numerose mostre collettive ad Avigliano e Potenza. Il suo estro creativo e il suo interesse per l’Arte trovano sfogo non solo nella pittura e nelle arti figurative in genere ma abbracciano, in intima connessione, anche la musica che permea tutta la sua produzione pittorica, condizionando immancabilmente linguaggi, temi, lo stesso impulso creativo, tanto che nel 1999 presenta “Concerto Cromatico”, una personale interamente dedicata a temi musicali. Nelle sue opere si possono percepire numerose e varie combinazioni armoniche di elementi reali e astratti, figurativi e simbolici. La tela è intesa come luogo ove frammenti del mondo e della vita appaiono all’osservatore attraverso la ripartizione spaziale, il movimento e la percezione cromatica. La composizione delle forme, i melodiosi giochi lineari, gli avvolgimenti ritmici, gli accordi cromatici e le dissonanze creano una vera e propria polifonia figurativa. I fondamenti dell’armonia si ritrovano negli andamenti geometrici, nella scomposizione e ricomposizione delle forme, nelle variazioni tonali: il suono anima le forme e le forme, vibrando, si propagano attraverso l’osservatore in una ideale risonanza interiore capace di suscitare emozioni. Colangelo con la propria sensibilità compone il suo personale “racconto visivo” come una complessa combinazione di emozioni e suggestioni simboliche e con l’utilizzo della sintesi formale cerca di stabilire un contatto diretto/una connessione spirituale con lo spettatore, invogliandolo a mettere insieme quei frammenti di narrazione: i piccoli cerchietti di colori primari e secondari, ricorrenti nei suoi quadri, rappresentano, in effetti, i puntini sospensivi di una storia che non si esaurisce nel quadro ma è destinata a continuare oltre la tela…

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